giovedì 27 gennaio 2011

LE SCARPE DEL VICINO SONO SEMPRE PIU’ PUZZOLENTI

Se ne sentono tante, ma questa davvero non se po’ senti’. Soprattutto per l’odore che emana. Una mia cara amica, molto ordinata, precisa, e curata nell’aspetto se pur bionda (nell’animo) mi ha postato un esperienza davvero allarmante. Il suo vicino di casa, dirimpettaio nel condominio, ha un’usanza alquanto bislacca: lascia  tutte le scarpe sullo zerbino, e che scarpe. Plastica rossa, scarpe demode’ da almeno 10 anni, ginnastica trasandata (per non parlare del fatto che e’ un’imitazione) polacchine con la suola lisa e il cuoio scolorito, stivali antistupro, antimoda, antibuongusto e antichanel numero 5.
E non e’la sola.
Un mio collega ha un vicino che lascia tutte le sere le scarpe infangate fuori dalla porta al ritorno dal lavoro.
Mi chiedo io, ma dove pensano di vivere? In montagna? Dove l’aria e’ piu’ buona e si ricicla subito? Oppure pensano di essere su un’isola deserta? Dove le scarpe non servono e i vicini sono su un’altra isola? Siamo a Milano, abitiamo in condomini con porte a pochi centimetri di distanza l’una dall’altra. E siccome si deve convivere a stretto contatto in un aria gia’ di per se abbastanza viziata, non possiamo permetterci di essere trasandati, sporchi e puzzolenti. E poi dico io, e’ dal dettaglio che si fa la persona curata, posso tollerare il cattivo gusto, ma non una tale sovraesposizione di orrore!
La mia amica chiedeva cosa dovrebbe fare, se mandargli un biglietto o buttargli via le scarpe.
Io dico che il pianerottolo e’ parte comune di uno stabile e se metti qualcosa che non mi piace e che mi crea un disagio (non e’ solo una questione di estetica, ma anche di igiene) ho il diritto di eliminarlo.
Qualcuno suggeriva di mettere un biglietto: COMPRATI UNA SCARPIERA oppure MA NON HAI UN TERRAZZO? Piuttosto che un MA NON HAI L’OLFATTO? se non una semplice lettera all’amministratore. Tutte quelle belle vie legali che non portano a nulla insomma.
Purtroppo pero’ la guerra non si puo’ fare, si sa come puo’ finire tra vicini a volte. Ecco cosa consiglierei: lasciare una mattina vicino alla porta una pila di scatole di scarpe magari di marca,vuote ovviamente, recuperate nei negozi che sono sempre contenti di sbarazzarsene. Aggiungere una spazzola per scarpe, solette antiodore e spray eliminapuzza per scarpe (magari anche del talco) e accompagnare il tutto dal seguente biglietto:
Caro vicino, capisco che a volte lo spazio in casa sia poco,  e anche i soldi per comprare una adeguata scarpiera. Per questo intanto ti lascio alcune scatole per riordinarle in attesa che tu possa trovarne la sistemazione finale all’interno della tua casa. Dalle stesse potrai trarre vantaggiosi suggerimenti sui negozi in cui potrai trovarne anche di buona qualita’ tra l’altro, oltre che di buon gusto. Ti lascio inoltre il necessario per migliorarne l’effetto olfattivo, e anche visivo, per quanto possibile, in modo che, una volta riposte nelle loro confezioni, all’interno della tua casa,  tu possa vivere tranquillo e sereno nell’ordine e nella buona profumazione. Cosa a noi al momento negata dalla presenza delle stesse nella nostra parte comune, nonche’ la parte che entrando ed uscendo me e i miei ospiti siamo costretti ad attraversare cominciando o finendo le giornate nella puzza di piedi  che, come ben sai, e’ davvero fastidiosa, se no non lasceresti le scarpe fuori dalla porta.
Certo del tuo impegno come del mio nel risolvere la questione, ti auguro di vivere per sempre nella migliore fragranza che tu possa sentire! Baci, Vanny

martedì 25 gennaio 2011

COSA CI METTIAMO ALLA CONVENTION?


Settimana prossima si parte per la Convention della nostra azienda, come ogni anno, piu’ o meno.
E come ogni anno io e le mie colleghe cominciamo per tempo a decidere cosa mettere non mettere, fare non fare, portare non portare dal momento in cui parte la mail di convocazione (un mese prima). Si perche’ ok che sarebbe lavoro, pero’ c’e’ la festa, in una bella location, elegante e raffinata e che quindi chiede un look appropriato. E poi ci saranno tutti i colleghi che a volte sono anche gli amici con cui hai fatto delle belle esperienze lavorative di quelle tipo after hour da gita scolastica......(per chi sa di cosa parlo)
E quest’anno ne ho gia’ sentite di tutti i colori: chi spera di chiudersi i pantaloni convinto di essere grasso anche se pesa gia’ 12kili, chi ha cambiato idea gia’ 3 volte sul vestito per la serata, chi addirittura preso dallo sconforto ha deciso di venire in tuta...ma con i tacchi!
Al diavolo queste menate, siamo tutti belli quindi pensiamo solo a come “agghindarci”!
Io ho piu’ o meno gia’ deciso, salvo i sicuri cambiamenti dell’ultimo momento.
La giornata sarebbe cosi’: pomeriggio convention formale, quindi abito per l’uomo e abbigliamento elegante per la donna (che non e’ piu’ necessariamente tailleur, anzi, meglio vestito) e sera informale (il che vuol dire casual-cool per uomo e troieggiante per donna....ops...scusate..ma mi avete capito). Quest’anno volevo evitare il total black: ho fallito in parte. Si perche’ alla fine il nero e’ stupendo. E per quanto cerchino ogni anno di farci credere che e’ ormai out, torna sempre alla ribalta, soprattutto negli abiti da sera, ed e’ sempre inevitabilmente il colore che piu’ rende il look ordinato, raffinato e molto, molto sensuale! Per il giorno ho un vestito nero con il sopra rosa cipria, sopra indossero’ una giacchetta corta, un po’ Bon Ton che quest’anno sara’ molto di moda (dicono) e per non essere troppo banale, ho comprato una rosa di stoffa nera e beige. Non quelle rose di plastica pacchiane, piu’ che una rosa e’ un insieme di tessuti arruffati.Mi piace molto perche’ da un tocco in piu’ allo stile Bon Ton. E se tutte le donnine del mio gruppo (ma anche i maschietti) ne trovano una potremmo distinguerci all’interno della convention. Da Accessorise hanno sia quelle un po’ Kitsch, che quelle belle, ma si trovano anche nelle mercerie.
Scarpe ovviamente col tacco, nere,  le mie saranno uno stile Jacqueline, in vernice alte a tacco largo, e una calza o coprente o di pizzo nero, devo valutare la cosa.
Per la sera sto scatenando la fantasia: pensavo ad un abitino sottoveste bon ton (e’ inutile, quest’anno mi piace!) nero di seta a pois neri piccoli piccoli e bordini in tulle con giacca a coda, lunga dietro e corta davanti:  un insieme di stili molto diversi insomma, per essere formale ma cool.. Penso che staro’ senza calza, ma non ne sono certa. E la scarpa per la sera sara’ un plateau in raso con alcuni swarovski. Il tutto rigorosamente nero. L’anno scorso mi ero buttata sul fucsia, ma quest’anno voglio sembrare piu’ seria (sembrare, ho detto)
Dite che puo’ andare? Cosa si metteranno le mie colleghe? Pensateci alla rosa, forse e’ un idea banale, ma potremmo usarla come modo per distinguerci...  J un po’ come ai vecchi tempi...
Oppure, se avete una proposta voi (o un dubbio da togliervi) postatelo qua!
Non vedo l’ora ragazze, non vedo l’ora di farci la serata insieme come i vecchi tempi!
Baci,
Vanny

giovedì 20 gennaio 2011

UNA QUESTIONE DI PORTAMENTO

Settima scorsa sono andata in una Spa. Ero un po' terrorizzata al pensiero di indossare il costume proprio dopo i postumi festivi. Per non parlare del fatto che, feste o non feste, non e' che normalmente io mi senta particolarmente in forma. Come tutte le donne della mia eta' ormai tendo ad accumulare i kiletti in piu' solo in un  punto: il seno. No, magari, stavo scherzando, mi riferivo alla zona ciambella: vita cosce sederino. Fortunatamente la mia innata dote di menefreghismo totale e di freddo cinismo mi permettono di fottermene altamente. E quindi pronti via non ho esitato ad indossare un bel bikini nero. Perche' il nero snellisce, si sa, anche quando si tratta dei 20 cm di stoffa che compongono un due pezzi a triangolino, l'importante e' crederci. Ovviamente ero comunque pronta a tenere d'occhio la popolazione femminile per capire esattamente quanto messa male fossi. E devo dire che fortunatamente per lo piu' erano signore piuttosto in carne.E c'erano pure ragazze magre, molto magre, un bel magro. Ma quella che sembrava fisicamente piu' bella e che tutti gli uomini si voltavano a guardare non era ne' la piu' magra, ne la piu' formosa. Era oggettivamente nel giusto. Tra l'altro forse un po' abbondante sul fianco e non piu' alta del metro e sessanta. Ma camminava bella dritta, non sculettava ma era molto sicura e sexy e senza tirarsela. C'erano ragazze che avevano un fisico nettamente migliore, ma storte, insicure, sapete quelle che incurvano le spalle per non far uscire il seno magari anche bello abbondante. Insomma, ero rapita non da un bel fisico, ma dal puro e semplice portamento, e lo erano anche gli altri. Fino agli anni sessanta il portamento veniva persino insegnato a scuola. Era importante e fondamentale per tutti. Poi improvvisamente e' stato considerato "passato". Ora credo lo insegnino solo alle modelle, e per noi comuni mortali viene solo inculcato che dobbiamo semplicemente stare a dieta. Io mi sono convinta ( e' importante crederci per tutte coloro che non riescono fisicamente e mentalmente a concepire il concetto di dieta) che imparare ad avere un bel portamento sia piu' importante, salutare e meno faticoso di cercare disperatamente di perdere quei kili che imperterriti tornano al primo giro di torta, E poi forse ci distingue di piu' che il mischiarsi con il popolo delle dieta.dipendenti.Il portamento fa la differenza in tutto. In come indossi un vestito, come lo fai apparire e soprattutto fa trasparire, oltre le proprie eventuali doti fisiche, anche le proprie doti caratteriali: la sicurezza, lo stile, l'eleganza. E non pensate che non sia importante, Vi e' mai capitato di avere quell'amica o quiell'amico che secondo voi non e' niente di che ma che quando andate in giro con lui o con lei cucca sempre una cifra? Non e' solo perche' magari ha fascino o carattere, ma anche perche' ha un portamento che colpisce e che inevitabilmente lo o la fa sembrare piu' bello/a. Ecco, ho deciso che non dobbiamo piu' perdere tempo e soldi in diete e ritocchi chirurgici, ma proviamo a fare un corso di portamento.Ce ne sono diversi a Milano, ma volendo puoi impararlo anche on line. Si certo, a volte dicono che il portamento o si impara da bambini o nisba. Preferisco credere che per certe cose c'e' sempre tempo.
Intanto ho scoperto alcune regole interessanti per le quali non serve nessun corso:
-testa dritta (alta e' da chi se la mena)
-petto in fuori con le spalle in giu' (se no sembra che vuoi far uscire le tette)
-pancia in dentro verso il su (complicato, ma ci riusciro')
-sederino verso dentro
-passi il piu' possibile a gambe strette, possibilmente non come se ti scappasse la pipi'-
-mai lasciare le braccia a ciondoloni, usare tasche borse o quant'altro per impegnarle.
-sorridere sempre, anche a chi non se lo merita (non falso, se possibile)
-evitare di sculettare se non viene naturale (da li il sederino verso il dentro che non mi e' ancora chiaro)
-SCHIENA SEMPRE DRITTA (e non ricurva all'infuori)

Ci sono regole anche per quando si sta seduti.
-sempre schiena diritta, testa, spalle, petto e pancia come sopra.
-mai allargare le gambe.
-accavallarle ma solo a gamba stretta
-trovare una posizione per le braccia, mai ciondolanti.

Poi ce ne sono una marea per ogni eventuale occasione ma credo che queste siano la partenza.
Io ci provero', e spero di scoprire che anche ad altre persone l'idea piaccia.

Chissa', magari le mie maniglie dell'amore diventeranno piu' sexy "ondeggiandole" nel modo corretto! 
Baci,
Vanny

martedì 18 gennaio 2011

DOVE NASCONO LE TENDENZE


Sono sempre stata convinta, nella mia piu' cupa ignoranza,  che le tendenze fossero decise e dettate dagli stilisti. Non e' mai stato cosi'. Si certo, sono loro che realizzano e creano, ma fanno molto piu' di un semplice lavoro di fantasia sperando alla cieca di piacere alle persone: fanno un attento lavoro di ricerca, verso i gusti, i bisogni, le necessita' che cambiano, le comodita' che aumentano e non partono solo analizzando quelli che stanno bene e hanno i soldi per agghindarsi e farsi vedere, no, perche' in realta', siccome sono degli artisti, devono andare piu' in la', devono piacere anche a chi magari non ha soldi per vestirsi, ma vuole arrivare, cercare, imitare e superare. Per questo in realta' tutte le tendenze nascono dai bassifondi. Avete presente il meraviglioso smalto rouge noir di Chanel che qualche anno fa ha per primo stravolto il classico rosso delle unghie? Ebbene, altro non era che quello che quando ero bambina, facciamo ragazzina, usavano le ragazze un po' Dark o Madonnare di ritorno da un viaggio a Londra.E' bastato farlo in una gamma piu' particolareggiata e dargli un nome di classe per diventare un'elegante tendenza. Ma come questo di esempi se ne possono fare a milioni. I cerchietti ad esempio, che tutte noi usavamo da bambine e che improvvisamente qualche anno fa qualche nome famoso a ributtato sul mercato e via, nuova moda! (Penso dedidechero' un post ai cerchietti)
E poi pensate anche ai leggings, ai paraorecchi, alle big bag, sono tutte cose che nascono dal "basso" e che riproposte e curate nei dettagli e completate con un tocco in piu' vengono ogni anno rilanciate con ovvio successo dagli stilisti.Ovvio perche' l'esigenza c'era gia' e ora grazie a loro diventa anche un accessorio che abbellisce. Esistono infatti i cosiddetti cool hunter che lavorano per le grandi case di moda e che non fanno altro che cercare proprio questo in giro per il mondo e a stretto contatto con le persone normali...la plebe, per intenderci! Quindi, a conti fatti, con un po' di attenzione, possiamo tutti diventare bravi a lanciare mode e tendenze o semplicemente a "usare" in tempo quelle che vediamo in giro, anticipando tutto e tutti nella moda.
Io ci penso da tempo ma tutte le volte scopro che qualcuno ci ha gia' pensato e non posso piu' spacciare come mia una novita', ahime'! Ma chissa', se mi viene una pensata carina, provero' a proporvela, e se piace, che sia mai che riusciro' a creare una moda tutta mia? Il bello della moda e' proprio questo: si crea da un'idea, si evolve, si abbellisce, spopola, viene copiata, variata e poi qualcuno ne trae l'idea per crearne una nuova e si riparte dall'inizio. Come il ciclo delle stagioni, ma molto, molto piu' divertente!  Baci, Vanny

lunedì 17 gennaio 2011

LA MIA BARBIE SI CHIAMA COCO

Adoro la Barbie. Credo sia stata lei la colpevole di tutte le mie attuali fissazioni sulla moda; gli abbinamenti, i vestiti appariscenti, le scarpe! E nonostante questo io ancora la amo e ancora "gioco" con lei. Non senza insulti e prese in giro da amici parenti e conoscenti che, prima criticano e poi quando vengono da me non possono fare a meno di chiedermi di vederla, cambiarle un vestito, fare un abbinamento e a volte addirittura impiccarla da qualche parte in casa.In tutta sincerita', quante di voi ancora desidererebbero giocare con la Barbie?  Pensate a quanto sono adorabili quelle mini borsette che fanno adesso, le scarpine di tendenza, i jeans all'ultimo grido, la mia ha perfino il cellulare! E' quella parte di me seriamente malata che insiste nel giocarci o il lato terribilmente infantile e adorabilmente ancora sognatrice? Quando vado a comprare i regali per i miei nipoti, non posso fare a meno di passare davanti al corner della Barbie e rimanere completamente rapita. Nella mente invento la scusa di dover fare un regalo ad una bambina, se qualcuno mi becca. E alla fine e' la verita', solo che la bambina sono io!  Mi piacerebbe trovarmi con le amiche per scambiare i vestitini, avere altre Barbie con cui fare magari un tuffo nella piscina gonfiabile che fanno adesso (incantevole). Non torno bambina, semplicemente lo sono ancora. C'e' chi si fa il botulino, chi si rialza le tette, si fa gonfiare il sedere e viene ritenuto normale, perche' allora giocare con la Barbie dovrebbe essere ritenuto malato? Ho visto il sorriso delle mie amiche quando vedono le foto che mando con la mia Barbie che fa il bagnetto o che si veste da cheerleader, ha la stessa luce di una ragazzina di dieci anni che, su una donna di quaranta, ne toglie almeno altrettanti. Si, aver voglia di giocare e di sognare ancora da una nuova luce al nostro viso, e lo mantiene giovane piu' del botox e delle cure ormonali. Sono fermamente convinta che lottare fisicamente contro il passere del tempo sul proprio viso e corpo non sia solo una corsa persa in partenza, ma sia pacchiano e triste, molto triste. Il corpo deve avere gli anni che ha, curato nell'ordine e nel buon gusto, ma di giovane deve avere il sorriso, l'animo e lo sguardo. E quando cambio le scarpe alla mia Coco, il mio sguardo e' lo stesso di quando avevo 8 anni.
Baci, Vanny

martedì 11 gennaio 2011

QUATTRO PAZZE DA PRADA

Sabato sono andata da Prada con le mie amiche. Non in negozio, non possiamo permettercelo, ma all'outlet di Mendrisio, in Svizzera. Una di noi per fortuna lavora da Prada e ha lo sconto del 50% sul l'outlet: il che rende finalmente la cosa accessibile. Precisamente la mia amica Mutanda ( il perche' la si chiami cosi' spero resti ignoto ai piu').  E poi c'erano Heidi e Poca (da Pocahontas, per via delle treccine...) L'appuntamento per la partenza era alle 10 davanti ad un centro commerciale di Milano. Di solito le donne sono sempre in ritardo per vari motivi. Alle 10.01 eravamo gia' in tangenziale, l'autista ero io. Niente Tom Tom, Mutanda e Poca mi avevano garantito di sapere la strada, tempo previsto da google di viaggio, 40 minuti, senza traffico, e traffico infatti non c'era. Siamo arrivate dopo 1 ora e 30.
Ovviamente all'inizio erano tutte convinte: uscita Monte Olimpino. Poi il buio. Dopo aver girato tutto il sud Canton Ticino e aver chiesto a passanti, negozianti e qualsiasi altro essere umano visibile dalla macchina, dopo aver interpretato in modo del tutto arbitrario qualsiasi indicazione ricevuta e dopo aver battibeccato  tra di noi dandoci la colpa a vicenda, abbiamo da lontano visto una grossa Volpe, tipo quella della carta igienica, e infine centrato l'obbiettivo.
Sigaretta, caffe', pipi' e poi pronte per l'operazione.
C'era di tutto: borse, portafogli, scarpe, vestiti.
Per circa 40 minuti non ci siamo rivolte la parola, ognuna era impegnata ad afferrare quello che capitava tra le mani, fatti i conti, anche una borsa da 800 euro non ne costava piu' di 200. Questo e' vita.
Abbiamo deciso di parlarci quando avevamo bisogno di un consiglio.
Consigli che ovviamente non solo non erano ascoltati, ma al minimo dubbio che ognuna forniva all'altra per un acquisto usciva subito la solita scusa "va beh dai, se sei indecisa tanto cosa vuoi che sia, per quello che costa, e' Prada!" Ed effettivamente era davvero cosi': tutto era talmente bello da farmi sentire bene solo per il piacere di averlo toccato. Solo Heidi ha resisto ad una borsa come la mia, forse in preda a quei ridicoli sensi di colpa del tipo: "ne ho gia' scelte altre 3,...bla bla..che cosa mi invento con il mio fidanzato....bla bla....
Heidi ci sta ancora pensando a quella borsa, non lo ammettera' mai, ma guarda caso anche oggi mi ha chiesto l'esatto prezzo per la dodicesima  volta, credo stia ponderando bene la scusa da darsi per acquistarla al prossimo giro.
Finite le scelte, siamo passate alla cassa. Non c'era coda, ma avevamo talmente tanta roba che hanno dovuto chiamare il commesso del negozio accanto per farci cassa e la donna delle pulizie per fare i pacchetti.
Non abbiamo avuto il coraggio di dirgli che di li' a poco avremmo dovuto disfarli per evitare interrogatori su eventuali contrabbandi di borse alla dogana, chi avrebbe in tutta coscienza potuto mai credere che tutta quella roba era nostra?
Superato il terrore da eventuale blocco in cassa della carta di credito, siamo uscite dirette al parcheggio, dovevamo prepararci per il ritorno in Italia, buttare via le confezioni, indossare i capi e le borse, riempire i portafogli e imboscare in tutti gli angoli della macchina le 24 pochette comprate da Heidi.
E poi c'era da convincere Poca a togliere gli stivali e indossare le sneakers di Prada.
Quando riuscimmo a farlo e comicio' a spogliarsi capimmo il perche' di tanta esitazione: sotto gli stivali e sopra i leggings indossava calzettoni di lana a righe multicolor. Inguardabile. Le feci giurare che superata la dogana avrebbe rimesso gli stivali evitandomi lo sguardo di tale scempio fino al rientro a Milano. E cosi' e' stato.
Grazie a Dio, alla dogana nessuno ci ha fermato, nonostante i nostri volti colpevoli, non verso la legge, ma verso la nostra banca. Nel viaggio verso Milano (al ritorno ci abbiamo messo 40 minuti come previsto) non abbiamo fatto altro che ridere e ringraziare Mutanda, e aiutare Heidi a convincerla di aver fatto bene a non prendere quella borsa. Senza successo, ovviamente.
Alle 13.30 eravamo tutte a casa, con molti meno soldi di prima, ma decisamente felici: infondo, come diceva Carrie Bradshaw, i miei soldi li voglio vedere tutti li', appesi nel mio armadio.
Felici non solo per gli acquisti, ma perche' ancora oggi, dopo piu' di vent'anni di conoscenza, quasi trenta alcune di noi, abbiamo ancora voglia di divertirci e stare insieme, nonostante i pericoli, i consigli sbagliati, i momenti di silenzio e le discussioni accese. Forse perche' siamo vere amiche?
Baci, Vanny

lunedì 10 gennaio 2011

I SALDI: UN'ARTE

I saldi sono un'arte. Non e' da tutti saperli fare. La maggior parte delle persone compra cose perfettamente inutili solo perche' scontate o peggio di taglie sbagliate perche' ormai la taglia giusta non c'e' piu'. Cose che usera' poco perche' presto fuori moda o peggio ancora delle stagioni trapassate perche' ributtate dai negozianti sugli scaffali per i poco esperti del settore. Alcuni sono cosi' infami addirittura da alzare i prezzi sui listini e metterli poi pieni come se fossero scontati. E' facile che al telegiornale ci dicano di stare attenti. Se uno non conosce le collezione e i prezzi prima dei saldi, come fa ad accorgersene? Per questo il vero artista dei saldi comincia a farli adesso. Si si, adesso non perche' sono partiti il 6 gennaio, adesso per quelli che partiranno a luglio.
Funziona cosi': il vero esperto di saldi sa che il giorno in cui cominciano i saldi, i saldi sono in realta' finiti: il giorno di inizio dei saldi iniziano i saldi della stagione successiva. Esempio: ora stanno arrivando le collezioni primavera estate, e io tra poco comincero' ad andare nei negozi di abbigliamento accessori e scarpe che frequento di piu' e a farmi un'idea delle mode che andranno, i prezzi, le collezioni. Non sono tantissimi, quei 5 o 6 per genere e che da qui all'estate frequentero' di piu', non e' neanche tanto impegnativo, basta passarci il sabato con le amiche tra una chiacchera e l'altra. e cominciare a guardare, guardare, guardare.... Beh, certo non voglio farvi credere che non comprerio' nulla da qui a luglio chiaro. Da qui a luglio comprero' pero' solo lo stretto necessario e le cose che proprio proprio mi fanno impazzire (bella scusa questa neh? ).
Poi, poco prima dei saldi, mi presento nei negozi in cui ho comprato di piu' che, per non rischiare di esser multati, almeno per i clienti piu' stretti possono cominciare con le promozioni pre-saldo e se non possono farti subito lo sconto, te le tengono via per il giorno di partenza dei saldi. Cosi', mentre la gente fa le code nei negozi, io passeggio tranquilla e vado solo a ritirarare a meta' prezzo quanto gia' ponderatamente scelto e valutato quando non c'era la ressa, se non addirittura acquistato gia' nei giorni subito precedenti.
 E poi basta. Niente piu' acquisti inutili, tanto la stagione e' ormai finita, si comincia per la successiva, E se proprio mi manca qualcosa, grazia all'attento lavoro di intelligence precedente, so quali sono i capi delle collezioni in corso e quali delle precedenti (c'e' dietro un lavoro di anni ma e' cosi', eh eh ) e soprattutto ricordo i prezzi esatti delle cose che mi piacevano evitando di farmi gabbare.
Ovviamente non tutti possono avere questo background, allora per gli inesperti, conviene andare sui grandi marchi o le catene e basta e non il negozietto multi marca, le grandi catene e le grandi marche non hanno mai avanzi degli anni precedenti in magazzino e quindi e' impossibile che ti rifilino il capo dell'anno prima o che rischino multe taroccando i prezzi.
E' complicato lo so, ma molto divertente e vi assicuro per esperienza personale di normale impiegata con mutuo sul groppo, che se riuscite ad imparare quet'arte, avrete piu' cose, piu' belle, spendendo meno.
E chi mi conosce sa che e' cosi'. Ora scusate, devo andare a cominciare i saldi estivi! 
Baci,
Vanny

L'eleganza del riccio

Sono stata assente un mese, lo so, punitemi. Potrei usare tante scuse tipo le ferie, bla bla bla, il lavoro stressante pre Natalizio, bla bla bla, ma non lo faro'. Voglio parlare di un film bellissimo che ho visto e da cui prende il titolo questo post. Parla di cosa rende bella una persona. Non e' il vestito, il trucco o il parrucco, ma quello che ha dentro. Banale vero? Non lo e' per niente. Pensate ad Audrey. Belle come lei ce ne sono tante, ma era speciale perche' dal suo sorriso e dai suoi occhi si vedeva la bellezza interiore. Boiata? Non direi. nessuno la conosce, almeno, io non di persona, pero' nessuno riesce a pensare di lei che fosse una stronza, perche' la sua bellezza non era solo fisica. E quindi non poteva che appartenere all'animo. La portiera del film all'inizio sembrava una strega. Poi la conosci, lei comincia a a venire fuori e piano piano la vedi sempre piu' bella. Perche' comincia ad amare e prima di tutto ad amare se stessa.
E allora comincia a pettinarsi, vestirsi e alla fine del film non puoi che trovarla adorabile. E tutto questo grazie all'amore di due sconosciuti che cominciano a guardarla dentro, oltre il manto spinoso. Non e' solo come ti vedono gli altri che ti rende bella, ma anche cosa tu decidi di far vedere e quanto tu ami te stessa. Senza essere presuntuosi, narcisisti o altro, cosi' diventi quello che se la tira, noioso...
E voglio cominciare da qui per il nuovo anno: dicendo a tutti che per sentirsi belli bisogna amarsi e amare la vita sempre nel bene e nel male, regalando sorrisi a tutto e tutti. Non sorrisi falsi, intendiamoci, sarebbe troppo semplice, ma proviamo a cominciare ogni giornata prendendo bene qualsiasi cosa accada, quando vogliamo storcere il naso facciamo invece un sorriso, quando qualcosa va storto anziiche' sclerare ridiamoci sopra, magari funziona, no?
Questo e' una articolo che parla del niente, lo so, ma e' il mio proposito per il 2011 anzi, il mio fioretto, e volevo condividerlo con voi, che sia mai possa essere contagioso?  La vita e' come uno specchio: se tu gli sorridi, lui ti sorride, se gli volti le spalle, lui ti volta le spalle...
Buon anno a tutti!
Baci, Vanny